GIUSEPPE MORANTE, Itinerari per l’educazione alla vita di fede, Elledici, 2013
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Il concetto di «itinerario» ha decisamente un gusto biblico, leggiamo infatti in Deuteronomio 8.2-5: «Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore. tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Il tuo mantello non ti si è logorato addosso e il tuo piede si è gonfi ato durante questi quarant’anni. Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio. così il Signore, tuo Dio, corregge te» . Questo passo dell”Antico Testamento mostra come la dimensione della fede sia un ripercorrere costantemente il rapporto, la relazione con Dio dispiegata nel tempo e segnata nell’esperienza, fino a riconoscere che «nella pienezza del tempo» (Gal 4,4) Dio stesso ha voluto, in Gesù Cristo, con un Corpo entrare nella vicenda umana, farsi esperienza. compiere un itinerario.
Quest’ultima fatica di donGiuseppe Morante, figlio diDon Bosco, professore emerito dell”Università salesiana di Roma, stimato e conosciuto catecheta a livello internazionale è proprio dedicata al concetto di itinerario in chiave pedagogicopastorale, nonché catechistico. Lo sfondo sul quale si colloca è chiaramente quello del decennio educativo che i Vescovi Italiani hanno indicato negli Drientamenti Pastorali Educare alla vita buona del Vangelo. AI n. 26 di tale documento si legge infatti come il concetto di «itinerario» appartenga alla dimensione educativa: «”Cristiani si diventa. non si nasce”,” Questo notissimo detto diTertulliano sottolinea la necessità della dim ensione propriamente educativa nella vita cristiana. Si tratta di un itinerario condiviso, in cui educatori ed educandi intrecciano un’esperienza umana e spirituale profonda e coinvolgente. Educare richiede un impegno nel tempo, che non può ridursi a interventi puramente funzionali e frammentari; esige un rapporto personale di fedeltà tra soggetti attivi, che sono protagonisti della relazione educativa, prendono posizione e mettono in gioco la propria libertà , Essa si fo rma, cresce e matura solo nell’incontro con un’altra libertà; si verifica solo nelle relazioni personali e trova il suo fine adeguato nella loro rnaturazione».
Se, come mostra ampiamente don Morante nel primo capitolo del Libro, il tema dell’itinerario di fede ha avuto sempre un posto speciale nella riflessione pastorale delle chiese che sono in Italia, è stato tuttavia (come ricordato al n. 3 di Educare alla vita buana del Vangelo) con il Convegno diVerona del 2006 che il concetto di itinerario ha avuto un grande risalto, laddove è emersa la scelta di disporre la pastorale in relazione alle dimensioni di vita della persona: «sono state focalizzate alcune scelte di fonda: il primato di Dio nella vita e nell’azione delle nostre Chiese, la testimonianza quale form a dell’esistenza cristiana e l’impegno in una pastorale che, convergendo sull’unit à della persona, sia in grado di “rinnovarsi nel segno della speranza integrale, dell’attenzione alla vita, dell’unità tra le diverse vocazioni, le molteplici soggettività ecclesiali, le dimensioni fondamentali dell’esperienza cristiana”.’ AI tempo stesso ha incontrato un consenso crescente l’opzione di declinare la testimonianza nel mondo secondo gli ambiti fondamentali dell’esistenza umana, cercando nelle esperienze quotidiane l’alfabeto per comporre le parole con le quali ripresentare almondo l’amore infinito di Dio.
In tal modo si è fatta strada la consapevolezza che è proprio l’educazione la sfi da che ciattende nei prossimianni: “ciè chiesto un investimento educativo capace di rinnovare gli itinerari formativi, per renderli più adatti altempo presente e significativi per la vita delle persone, con una nuova attenzione per gli adulti” Il Santo Padre ci incoraggia in questa direzione, mettendo in evidenza l’urgenza di dedicarsi alla formazione delle nuove generazioni. Egli riconosce che l’educare, se mai è stato facile, oggi assume caratteristiche più ardue: siamo di fronte a “una grande ‘emergenza educativa’, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita”».’Il tema degli itinerari è dunque un tema che interroga la formazione cristiana degli adulti e dei giovani come la catechesi dell”iniziazione cristiana dei piccoli, la pastorale prima ancora della catechesi, con la quale,tuttavia, Morante dialoga attentamente fino a mostrare come gli stessi CatechismiCEI suppongano una forte dimensione educativa che si dispiega – appunto – attraverso la capacità di suggerire percorsi concreti alle comunità.
Il testo, poi, con maestria,aiuta a collocarsi in questa mentalità e a sviluppare itinerari attenti alla dimensione locale. Non mancano riferimenti alla formazione dei catechisti e all”inclusione delle persone disabili, due tematiche alle quali Morante ha dedicato – e con passione – moltodel suo insegnamento.Aluiva la gratitudine per questo testo e per il suo impegno nella catechesi, a noi il prezioso percorso segnato da un libro che tanto può suggerire nei cammini operativi degli Uffici Catechistici diocesani e delle Parrocchie,
D. GUIDO BENZI, Direttore Ufficio Catechistica Nazianale-CEI